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Deidrogenazione

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La deidrogenazione è prescritta per tutte le parti di sicurezza con resistenza alla rottura superiore a 800 N/mm2.

L’idrogeno penetra nel metallo durante le fasi di decapaggio prolungato in acido e durante il deposito di zinco. In fase elettrolitica, sui pezzi si sviluppa idrogeno allo stato nascente. L’idrogeno possiede una molecola di piccole dimensioni che è in grado di insinuarsi nel metallo attraverso ai bordi dei grani.

Dopo zincatura tende a migrare ed a concentrarsi in punti preferenziali, per esempio nelle vacanze atomiche o nelle inclusioni. Esercita una pressione elevata e tende a separare le molecole del metallo. La frattura causata dalla pressione prodotta dall’idrogeno ha un aspetto tipico circolare ed un colore argenteo ben distinguibile dopo rottura del pezzo. La rottura sotto carico avviene di schianto come sui materiali fragili.

Quando prescritta, la deidrogenazione deve essere effettuata sempre entro le 4 ore dalla conclusione del processo, cioè prima che l’idrogeno possa iniziare a concentrarsi nei punti critici. Anche quando sono presenti dei difetti nel rivestimento deve essere eseguita al più presto. Viene effettuata portando i pezzi in forno ventilato alla temperatura di permanenza effettiva di 180-200°C per tempi variabili tra 2 e 12 ore in funzione della resistenza meccanica del materiale. In conseguenza del mantenimento a temperatura elevata, che facilita i movimenti molecolari, l’idrogeno fuoriesce dal metallo allontanando il rischio di rottura.